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Gli spazi ottocenteschi di Villa Bertelli a Forte dei Marmi ospitano, dal 7 agosto al 26 settembre 2020, la retrospettiva dedicata ai “Viaggi straordinari” di Aldo Mondino, a cura di Valerio Dehò. La mostra, promossa da Villa Bertelli con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi, in collaborazione con l’Archivio Aldo Mondino, sarà inaugurata venerdì 7 agosto alle ore 18.00.
Centrale, nella ricerca dell’artista torinese, è il tema del viaggio, inteso sia in senso fisico che metaforico.
Viaggi straordinari che nascono dalla curiosità e dalla propensione alla scoperta, abbracciando culture differenti e mondi esotici, ma anche i tanti linguaggi dell’arte incontrati nel corso di un’intera esistenza.
I luoghi dell’arte in cui Aldo Mondino si è “recato” negli anni sono stati davvero tanti, fin dagli inizi degli anni Sessanta: dalle enciclopedie e dagli erbari a Felice Casorati, protagonista della pittura torinese ed europea, cui ha reso omaggio riprendendo la celebre “Maternità”. Ha rivisitato l’arte astratta con garbo e ironia, la pittura Pop di Jim Dine, la xilografia mitteleuropea, Alberto Giacometti ed Umberto Boccioni, senza tralasciare l’enigmistica, i King, il codice stradale e molti altri linguaggi. La sua curiosità e il suo istinto verso lo sberleffo, l’ironia, il gioco di parole, la parodia lo hanno spinto a cercare sempre nuovi confronti, a rendere “mondiniana” quella parte di universo con cui è entrato in contatto.
I suoi viaggi straordinari si sono spinti in Africa, nel bacino del Mediterraneo, ma anche in India, con l’esposizione a Calcutta, nel 2000, di alcuni lavori di grandi dimensioni. Spesso sono stati anche viaggi letterari, cioè occasioni nate da libri o autori che ha sempre amato, come Paul Bowles e Blaise Cendrars. È stato più volte ad Essaouira, in Marocco, luogo mitico in cui Orson Wells realizzò il suo impossibile “Otello”, ma anche nella terra dei Dervisci rotanti del Sufismo, con la loro danza dell’estasi. L’esotismo è per Mondino estremamente attraente: lo dimostra la serie dei tappeti dipinti su pannelli di eraclit, un materiale povero di matrice industriale. Opere che fanno ormai parte di una dimensione in cui l’arte trasforma la cultura e l’artista si appropria dell’universo di segni e di culture da cui si sente attratto. «Mondino – scrive Valerio Dehò nel testo critico in catalogo – ha realizzato una coinè culturale davvero unica, in cui l’arte contemporanea è non solo luogo di concentrazione del simbolico, ma anche archivio di culture differenti, panopticum borgesiano in cui osservare l’universo da una prospettiva unica. L’artista ha realmente dato al viaggio e al confronto tra mondi ed esperienze diversi, non solo uno spazio nell’arte contemporanea, spesso ripiegata su se stessa, ma anche il fascino di un’avventura fisica e intellettuale. Nella pittura e nell’arte italiana Mondino ha saputo portare intelligenza e ironia, il suo lavoro è stato sempre uno stimolo a guardare all’arte come ad una ricerca continua e felice».
Il percorso espositivo comprende oltre quaranta opere tra dipinti, sculture e lavori su carta, provenienti da un’importante collezione privata toscana. Un’intera sala è inoltre dedicata al tema della musica, molto caro all’artista e centrale nella sua produzione.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo NFC Edizioni con un testo di Valerio Dehò e ricco apparato iconografico.

Aldo Mondino è nato a Torino nel 1938, dove è morto nel 2005. Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’atelier di William Heyter, l’Ecole du Louvre e frequenta il corso di mosaico dell’Accademia di Belle Arti con Severini e Licata. Nel 1960, rientrato in Italia, inizia la sua attività espositiva alla Galleria L’Immagine di Torino (1961) e alla Galleria Alfa di Venezia (1962). L’incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, risulta fondamentale per la sua carriera artistica, con un sodalizio tuttora portato avanti dall’Archivio Aldo Mondino. Importanti personali vengono presentate anche presso la Galleria Stein di Torino, lo Studio Marconi di Milano, la Galleria La Salita di Roma, la Galleria Paludetto di Torino. Tra le principali mostre si ricordano le due partecipazioni alle Biennale di Venezia del 1976 e del 1993, le personali al Museum fur Moderne Kunst – Palais Lichtenstein di Vienna (1991), al Suthanamet Museo Topkapi di Istanbul (1992,1996), al Museo Ebraico di Bologna (1995), alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Trento (2000). Le sue opere appartengono alle collezioni permanenti dei più importanti Musei nazionali ed internazionali ed a numerose collezioni private.
L’Archivio Aldo Mondino è stato costituito a Milano nel 2006 per volontà del figlio Antonio. Svolge attività di ricerca sulla vita e le opere dell’artista torinese, al fine di tutelare e promuovere gli esiti della sua intensa attività artistica. L’Archivio raccoglie, inoltre, ogni informazione relativa al suo operato ai fini dell’organizzazione del Catalogo Generale, di cui Allemandi ha pubblicato, nel 2017, il primo volume.

Ingresso libero. Necessaria la prenotazione al num. 0584 787251.

Quando: 7 Agosto 2020
Ore: 18:00
Dove:

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