Le mostre PrimeDonne Le donne di Puccini e Le eroine di Verdi: amanti, vittime e traviate, realizzate dall’Accademia Teatro alla Scala grazie al contributo di Fondazione Bracco, saranno in esposizione a Villa Bertelli dal 27 giugno al 31 agosto.

Foto Credits Adele Menotti
Foto Credits Adele Neotti

I due percorsi consentiranno di far rivivere pagine emozionanti dell’opera italiana fra Otto e Novecento, attraverso i costumi indossati da alcuni fra i personaggi che più hanno appassionato ed entusiasmato il pubblico, da Mimì a Musetta, da Manon a Tosca, da Elisabetta ad Amelia, da Violetta a Desdemona.

Entrambe le mostre sono il frutto di progetti che, sotto la guida della costumista Maria Chiara Donato, hanno coinvolto gli allievi di diversi corsi dell’Accademia milanese: i sarti, i fotografi di scena e gli scenografi.

 

Si ringrazia

 

Per Le donne di Puccini gli allievi del Corso per sarti dello spettacolo sono stati coinvolti in un articolato lavoro di restituzione storica partendo dai figurini originali, oggi conservati presso l’Archivio Ricordi e riprodotti in mostra, che Adolf Hohenstein aveva disegnato per le prime rappresentazioni di Manon Lescaut (1893), La bohème (1896) e Tosca (1900). Com’era consuetudine ancora diffusa all’epoca di Hohenstein, i diversi momenti storici in cui si muovevano i personaggi dell’opera venivano interpretati secondo il gusto contemporaneo: così, ad esempio, l’abito in stile impero (primo ‘800) di Tosca era realizzato attraverso lo sguardo estetico del primo ‘900; i giovani sarti scaligeri hanno compiuto un’accurata ricostruzione storica confezionando dei costumi che, seppur nelle fogge e nei colori riproducono quelli di Hohenstein, restituiscono fedelmente la moda dell’epoca in cui le opere si svolgono.

Piena libertà è stata data agli scenografi che hanno scelto ciascuno un’eroina pucciniana per la quale disegnare i costumi: oltre a Mimì, Musetta, Tosca e Manon, Suor Angelica Magda (La Rondine), Minnie (La fanciulla del West) e Cio-Cio-San (Madama Butterfly), per confrontarsi quindi tutti con Turandot, la “donna di gelo”, come la definisce Fabio Sartorelli, musicologo che ha condotto tutti gli allievi alla scoperta del mondo musicale del compositore toscano.

 

Per la ricostruzione dei costumi de Le eroine di Verdi (Violetta di Traviata, Desdemona di Otello, Amelia di Un ballo in maschera ed Elisabetta del Don Carlo) gli allievi del corso di sartoria sono partiti dai figurini realizzati per il Teatro alla Scala da alcune fra le più belle firme dell’illustrazione e della scenografia italiana fra Ottocento e Novecento. Tra gli artisti esposti, Alfredo Edel, artefice degli abiti di Desdemona ed Elisabetta, Giuseppe Palanti, fra i più importanti e oggi quotati illustratori di primo Novecento (qui ricordato come il creatore dei costumi per Amelia), e ancora l’anonimo figurinista che realizzò i costumi per la Traviata del 1859, identificato oggi con Filippo Peroni, lo scenografo di quello stesso allestimento.

Particolarmente scrupolosa la manifattura di quegli elementi, solitamente celati alla vista, che i visitatori per entrambe le mostre potranno scoprire attraverso le immagini tutto il processo di creazione degli abiti, dal figurino al disegno su cartamodello, dal prototipo al taglio fino alla confezione: sarà così possibile ammirare anche tutto ciò che normalmente gli abiti non consentono di vedere – corsetti, corpini, sottogonne.